Sono cresciuto ascoltando le canzoni che piacevano ai miei fratelli; in particolare ad Elio, che era amante di Celentano e portava spesso a casa i suoi 45 giri, e poi tutti i cantanti degli anni ’60, da Gianni Morandi a Mina, da Rita Pavone a Nico Fidenco, Edoardo Vianello e tutti quelli che all’epoca passavano per la radio. Ero molto affascinato, tanto per cambiare, dalle competizioni canore; forse più di “Sanremo” mi piaceva il “Disco per l’estate”, credo perchè le sue canzoni passavano in radio già qualche settimana prima e quindi avevo il tempo di memorizzarle prima di vedere le esibizioni in TV.
Negli anni adolescenziali e giovanili ho amato Lucio Battisti (e chi non l’ha amato?!), Edoardo Bennato (soprattutto dopo averlo ascoltato dal vivo in un concerto al Conservatorio), e poi i grandi gruppi del pop internazionale come i Pink Floyd, i Jethro Tull, Emerson Lake & Palmer, che mi aiutò a conoscere il mio amico Carlo.
Ma la mia gioventù, a seguito del luttuoso evento del golpe in Cile del 1973, ha avuto la sua colonna sonora negli Inti Illimani, dei quali compravo puntualmente ogni album, e negli altri grandi esponenti della Nueva cancion chilena, come i Quilapayun, Violeta Parra e Victor Jara.
Contemporaneamente si stava impadronendo di me il tarlo della passione per la musica classica. ma avremo tempo per parlarne.
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